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Egregi,

dato per assodato che la Cassazione è ferma nel considerare preminente ed inderogabile il Foro del Consumatore per le controversie promosse dall'Avvocato-professionista nei confronti del Cliente-consumatore, a Vostro avviso tale criterio si dovrebbe applicare anche al Difensore d'Ufficio designato in un procedimento penale?

A mio giudizio, ritengo di no. Spiego il mio punto di vista. 

Se tra l'Avvocato ed il Cliente di norma intercorre un contratto d'opera intellettuale, scritto o orale, fondato su un mandato o persino (almeno così dovrebbe essere) su un contratto di conferimento dell'incarico, i quali certamente corroborano la tesi delle Supremo Collegio, tali elementi-presupposti sono del tutto assenti nel diverso caso del difensore d'ufficio designato secondo i criteri di turnazione (o magari addirittura nominato ex art. 97 IV comma cpp).

In questo secondo caso, il difensore d'ufficio svolge un munus publicum, per giunta fondato sull'obbligatorietà per Legge della difesa tecnica nel processo penale: tanto ciò è vero che il difensore nominato non può rinunciare al mandato conferito (perchè tra l'altro non c'è alcun mandato "conferito").

Chi di voi è iscritto nelle apposite liste dei difensori d'ufficio sa bene che molto spesso non si conosce e non si incontrerà mai il proprio "assistito": detta assistenza NON è fondata su un contratto d'opera intellettuale, su un mandato derivante da un cliente, ma sulla base di una designazione che deriva dall'Autorità Giudiziaria sulla base di un elenco predisposto dal CNF con i singoli Ordini territoriali di appartenenza.

A rigor di (mia) logica, pertanto, nella fase di recupero degli onorari da parte del difensore d'ufficio nei confronti dell'assistito, in assenza di un qualsivoglia negozio qualificabile come contratto d'opera intellettuale (nella difesa d'ufficio non c'è alcun contratto, definibile come tale ai sensi del Codice Civile) non si può far luogo all'applicazione del Foro del Consumatore.

Detto questo, devo rilevare che, da una parte non trovo alcuna pronuncia o normativa che si occupi della questione specifica, dall'altra finora non ho mai subìto opposizioni-eccezioni in tal senso, cioè fondate sull'incompetenza territoriale del Giudice adito, in favore del Giudice del Foro del Consumatore.

Attendo di conoscere il Vostro parere sul punto, ringraziandovi anticipatamente per i Vostri contributi.

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Il tuo ragionamento non fa una piega e francamente non mi ero mai neppure posta il problema. Se non ti è mai stata sollevata eccezione alcuna, perchè questo dubbio?
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chiedo scusa, ho omesso di dire che il dubbio deriva dal fatto che in un webinar dedicato proprio alla difesa d'ufficio ed al recupero degli onorari, una relatrice (Collega del Foro di Roma, se non ricordo male) è intervenuta durante l'esposizione di un altro relatore per dire che si applica il foro del consumatore, in quanto inderogabile, basando l'assunto sul costante indirizzo giurisprudenziale della Cassazione.

Tuttavia, ogni pronuncia che ho trovato in merito alla questione (merito e legittimità), tratta il diverso caso degli onorari del difensore di fiducia nel penale o dell'avvocato per questioni civili-stragiudiziali (dove un mandato, un contratto d'opera intellettuale, sussiste in ogni caso).

Tutte le mie ricerche sul caso specifico del difensore d'ufficio, si sono rivelate vane.

Grazie per il tuo intervento.

Attendo anche ulteriori contributi
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Ragionamento giuridico esatto .  L'imputato difeso d'ufficio non è un consumatore. La Legge sul consumo prevede espressamente " Colui che  con contratto usufruisce di un bene o un servizio..
Occorre far presente che spesso alcuni Magistrati e Giudice di Pace  sbagliano e non ragionano in termini di interpretazione logica giuridica ed  infatti  in alcuni casi hanno ritenuto erroneamente che era applicabile il foro del consumatore :E' bene  discutere di cio sui social.
 Avv LUigi Nappa
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Sono d'accordo su ogni singola parola.
Non c'è alcun contratto (nè scritto nè orale), non può essere considerato un consumatore.
Io faccio decreto ingiuntivo al giudice del mio foro, mai avuto problemi.

3 Risposte

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Ho seguito il tuo stesso ragionamento ed ho incardinato un procedimento nel foro del difensore (e non quello del consumatore). Il convenuto non si e’ costituito ed il Giudice non ha rilevato nulla d’ufficio. Non so pero’ cosa sarebbe accaduto in caso di opposizione ed eccezione del convenuto.. di sicuro mi sarei difeso seguendo il tuo ragionamento.
da
Ti ringrazio per il contributo alla discussione.
Infatti è quello che accade anche a me ogni volta che propongo azione di recupero del credito professionale per difesa d'ufficio (io in genere opto per il decreto ingiuntivo). Ma rimanere sempre nell'incertezza che possa essere sollevata eccezione di incompetenza territoriale mi lascia sempre un po' di ansia.
se il Giudice da me adito seguisse la tesi del foro del consumatore, oltre a non essere stato pagato, potrei anche espormi ad una soccombenza: perciò sto cercando conforto in altri pareri, in apparente assenza di pronunce specifiche sul punto.
Grazie
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Sto ottenendo pronunce esattamente in tal senso dal giudice di pace di Catania. Non si applica il foro consumatore
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Cass. civ. Sez. III, 12/03/2013, n. 6096. Non si applica il foro del consumatore, ma ugialmente il ricorso per ingiuzione va incardinato dinanzi al foro del domicilio/residenza del debitore trattandosi di credito illiquido, poichè non vi è un contratto tra cliente ed avvocato che determini l'ammontare del compenso, ma questo viene fiddato dalla legge professionale con il parere di congruità dell'Ordine di appartenenza
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Più recente giurisprudenza ha invece stabilito che il foro competente per il ricorso per d.i. per recupero compensi difese ufficio è quello del difensore.
Io per soggetti che hanno residenza fuori dal mio foro faccio opinamento e poi ricorso per d.i. nel mio foro; per quelli che hanno residenza nel mio foro faccio ricorso (ex citazione) ex art. 32 disp att. cpp e ex 316 ss.,281 decies c.p.c così risparmio sulle spese di opinamento.
Grazie  HAL9000 per il contributo; anch'io non ho trovato nulla sul punto e utilizzerò le Tue considerazioni per il futuro.
da
La sentenza citata però non fa esattamente il caso nostro in quanto al foro competenza se del consumatore o del difensore. Conferma la competenza del Gdp anziché del Tribunale peraltro pacifica.
da
ti ringrazio per il contributo ed aggiungo che la sentenza della Cassazione citata (non ne ho controllato il contenuto e pertanto mi attengo a quanto dichiarato dall'utente che l'ha menzionata) non tiene conto neppure del fatto che io ben posso fare ricorso per D.I. chiedendo al giudice l'applicazione del minimo tariffario, bypassando del tutto l'opinamento della parcella ed affidandomi all'inderogabilità dei suddetti minimi (copiosa la giurisprudenza sul punto). tra l'altro, se il credito fosse illiquido, a prescindere dalla competenza territoriale, mi verrebbe negato ab origine il rilascio del provvedimento monitorio, ed evidentemente così non è, proprio per l'esistenza del tariffario e dei parametri.
In proposito va rilevato che la sentenza citata è del 2013, cioè precedente all'emissione del D.M. 55/2014 ed alle sue successive modificazioni.
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Buongiorno, gradirei anche io avere estremi e/o copia del provvedimento del Giudice di Pace di Catania
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da
L'art. 637 c.p.c. ult. co. prevede che gli avvocati e i notai possono proporre domanda di ingiunzione contro i propri clienti al giudice competente per valore del luogo dove ha sede il consiglio dell'ordine al cui albo sono iscritti o il consiglio notarile dal quale dipendono.

Tutti i ricorsi monitori che faccio come difensore d'ufficio li introduco innanzi al Giudice di Pace (competente per valore nei miei casi) di Ancona, Foro in cui sono iscritta.

Poi scusami, ma se la Sentenza della Cassazione a cui fai riferimento é la n. 8406 del 2022, lì la questione riguardava il recupero di crediti maturati in un procedimento civile.

L'avvocato, infatti, si era avvalso dell'art. 637 co. 3 c.p.c., ma altresì dell'art. 14 D.lgv. 150/2011 il quale, a sua volta, richiama le controversie di cui all'art. 28 L. 794/1942 da cui esulano quelle attinenti al recupero di onorari maturati in procedimenti penali.
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