Si tratta di una prassi piuttosto comune in caso di sinistro stradale: molti avvocati infatti accettano di seguire questo tipo di pratiche senza chiedere un pagamento diretto anticipato al cliente, con l’intesa che il loro compenso verrà liquidato direttamente dall’assicurazione della controparte al momento del risarcimento.
Non esiste alcuna norma che quantifichi il compenso rapportandolo ad una percentuale del risarcimento (e attenzione: non deve essere una percentuale "sul" risarcimento bensì, quantificato in X il risarcimento, l'importo dei compensi professionali si calcola su quel valore cosicché l'assicurazione paga X+compensi, non X-compensi, non so se mi sono spiegata). E' comunque tecnicamente un accordo tra cliente e avvocato, non tra avvocato e assicurazione. L’avvocato e il cliente sono liberi di stabilire il compenso, anche come percentuale sull’importo risarcito.
Naturalmente ci sono casi in cui potresti dover comunque pagare qualcosa. Ad esempio, se l’assicurazione non riconosce integralmente l’importo dell’onorario concordato, oppure se nel frattempo sono state sostenute spese vive che restano a tuo carico. Oppure, se si dovesse andare in giudizio e l’esito non fosse favorevole, potresti dover affrontare non solo le spese del tuo avvocato ma anche quelle della controparte, secondo quanto decide il giudice.