Buongiorno, probabilmente più su alcune questioni “concettuali” potrebbero essere sollevati dubbi di legittimità costituzionale, più che sull’importo delle sanzioni; ci sono diversi punti non chiariti che se non dovessero essere specificati in tempi rapidi potrebbero portare a diversi contenziosi; su tutti l’eliminazione del concetto di “stato di alterazione psico fisica” durante la guida.
Infatti a tal proposito già nel 2019, si è espressa la Corte di Cassazione con una sentenza estremamente importante e chiara: “Ai fini della configurabilità del reato di cui all’art. 187, comma 1, CdS (guida in stato di alterazione a causa di stupefacenti, ndr) non è sufficiente che l’agente si sia posto alla guida subito dopo aver assunto sostanze stupefacenti, ma è necessario che egli abbia guidato in stato di alterazione psicofisica causato da tale assunzione“.
Ed in data odierna giudici hanno stabilito che “a rilevare non è la condotta di chi guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti, bensì quella di colui che guida in stato di alterazione psicofisica determinato da tale assunzione“. Per la Cassazione, infatti, “ne deriva che la mera alterazione, tale da incidere sull’attenzione e sulla velocità di reazione dell’assuntore, di per sé non è rilevante, se non se ne dimostra l’origine“.
Vuol dire che per essere configurata una responsabilità penale bisogna dimostrare che qualsiasi sostanza comporti una compromissione della capacità di guida; e non che la sola presenza in sé possa essere ritenuta meritoria di procedimenti sanzionatori.
Incidente Risarcito