E' una prassi comune e legittima quella di anticipare con la diffida di pagamento stragiudiziale la richiesta di rimborso delle spese legali. E' giusto quello che dici e cioè che a pagare l'avvocato sia il cliente che gli ha conferito l'incarico. Tuttavia il cliente che per far valere un proprio diritto si è dovuto rivolgere ad un legale ha poi diritto ad essere risarcito (rimborsato) dal debitore. Il senso è questo:
- tu non paghi il tuo creditore
- questo per farsi pagare deve chiedere l'intervento di un avvocato che ovviamente ha diritto a percepire dal suo cliente il compenso per la sua prestazione professionale
- tu paghi in conseguenza dell'intervento del legale
- il creditore ha diritto a ripetere nei tuoi confronti a titolo di risarcimento del danno quanto speso per l'avvocato.
Quindi con la prassi di quantificare già nella diffida di pagamento il rimborso delle spese legali si cerca di saltare un passaggio. Se tu, dopo aver ricevuto la lettera dall'avvocato, paghi solo il capitale, ti esponi ad una azione di recupero delle spese successiva che alla fine ti costerà molto di più.
Tutto questo perchè sei un privato. Nei rapporti tra imprenditori la parte debitrice è tenuta per legge a rimborsare le spese di recupero (art. 6 D.Lgs 231/2002).