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in Civile da
Salve e grazie a chi risponderà,

Di seguito riporto la situazione in cui ci troviamo io e mia moglie.

I genitori di mia moglie sono entrambi pproprietari al 50% di un immobile (f3) con terreno adiacente, 2 diverse particelle, valore complessivo di 145.000 euro come da perizia dello stato attuale. Io e mia moglie vorremmo completare l'immobile per far sì che diventi la nostra prima casa. Abbiamo pertanto pensato alla donazione dell'immobile con annesso terreno. Siccome in famiglia c'è il fratello di mia moglie (sono 2 figli) che ha litigato con tutti, siamo spaventati dalla donazione. La nostra paura è quella che, dopo aver sostenuto una spesa elevata per la ristrutturazione, alla morte di uno dei genitori, il fratello possa espletare qualcosa contro di noi e rifarsi sui beni donati (immobile e terreno) (se si lede la sua quota ovviamente). Il notaio ci consigliava di effettuare la donazione ad entrambi (mia moglie per la parte legittima e a me che sono il genero per la disponibile) e prevedere nella donazione anche la dispensa di collazione. In tal modo, anche se il fratello espletasse azione di riduzione, noi non siamo privati del nostro immobile/terreno, che resterebbe pertanto di nostra proprietà, ma dovremmo solo risarcire in denaro l'eccedenza della quota di legittima non rispettata al fratello. Volevamo capire se le cose stanno realmente in questo modo, e pertanto, qualora seguissimo il consiglio del notaio, un domani il fratello potesse attaccarci pretendendo di rifarsi solo ed esclusivamente tramite una somma di denaro e NON tramite la casa da noi ristrutturata ed il terreno. Altra domanda, nel caso non avessimo a disposizione la somma di denaro per risarcire il fratello della sua quota, assodato che non si può rifare sul bene donato, come funziona?

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da

Il consiglio del notaio è corretto: la donazione con dispensa di collazione tutela il bene donato, evitando che rientri automaticamente nella massa ereditaria. Se il fratello dovesse esercitare l’azione di riduzione, non potrebbe chiedere la restituzione dell’immobile e del terreno, ma solo il valore della sua quota in denaro.

Se al momento del risarcimento non aveste liquidità sufficiente, potrebbero aprirsi diverse strade: rateizzazione, accordo tra le parti, o, in casi estremi, il creditore potrebbe chiedere il pignoramento di altri beni disponibili.

Per evitare problemi futuri, valutate anche la possibilità di un testamento o di un altro strumento giuridico che rafforzi la vostra posizione.

In ogni caso, meglio approfondire con un legale di fiducia.

https://www.studioduchemino.com/

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