La probabilità che una querela prosegua fino a un processo dipende in larga parte dalla forza degli elementi probatori raccolti durante le indagini preliminari. La perizia grafologica è un elemento importante, ma da sola potrebbe non essere sufficiente. Il giudice e il pubblico ministero valuteranno altri aspetti, come la presenza di un dolo specifico (cioè l’intento di ingannare o arrecare un danno) e le dichiarazioni delle parti coinvolte. Nel tuo caso, il fatto che il contratto sia stato firmato in modalità disgiunta e spedito per posta potrebbe complicare l’attribuzione di responsabilità diretta, specialmente se non vi sono prove chiare che una delle parti abbia falsificato intenzionalmente le firme.
Per quanto riguarda l’anzianità e l’incensuratezza della persona eventualmente imputata, queste circostanze potrebbero essere prese in considerazione solo nella fase di determinazione della pena, qualora si arrivasse a una condanna. Il reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) e la falsità in scrittura privata (art. 485 c.p.) sono puniti con pene che vanno dalla reclusione alla multa, ma in presenza di attenuanti come l’età avanzata, l’incensuratezza e l’assenza di recidiva, il giudice potrebbe applicare una pena sospesa o altre misure meno afflittive.
In definitiva, perché la querela proceda fino al processo, è necessario che il pubblico ministero ritenga che vi siano sufficienti elementi per sostenere l’accusa in giudizio. Se le prove raccolte non sono solide, è possibile che la querela venga archiviata. Sarebbe opportuno che la parte querelante si consulti con il proprio legale per valutare la strategia più adeguata e per analizzare le possibili evoluzioni del caso, anche alla luce dei dettagli concreti.